No ai sacchetti di plastica: i benefici sono effettivi?
E’ una domanda legittima. Sono state imposte diverse restrizioni sull’utilizzo dei sacchetti di plastica, ma quali sono i risvolti sull’ambiente?
Dal 2018 stop ai sacchetti di plastica non biodegradabili
Nel 2018 i sacchetti di plastica non biodegradabili sono stati messi definitivamente al bando. In Italia, in realtà, già dal 2011 era stato avviato questo processo che aveva portato alla riduzione dei sacchetti non biodegradabili, fino ad arrivare all’introduzione dei sacchetti biodegradabili a pagamento per l’ortofrutta.
Plastica, carta, cotone, bioplastiche. Facciamo ordine!
Eppure, nonostante queste iniziative, secondo un’analisi della Danish Environmental Protection Agency, l’abbandono dei sacchetti in plastica tradizionali non avrebbe apportato significativi benefici all’ambiente. Lo studio prende in considerazione materiali alternativi al polietilene a bassa densità (LDPE), valutandone ogni possibilità di smaltimento (dall’incenerimento al riutilizzo), come la carta, il cotone e le bioplastiche.
I sacchetti di plastica tradizionale hanno il minore impatto ambientale
Dunque! E’ stato detto no ai sacchetti di plastica: i benefici sono effettivi?
Sembra sorprendente, ma sono proprio i sacchetti di plastica tradizionali, in LDPE, ad avere il minore impatto ambientale. Si tratta di un risultato che prende in considerazione fattori che sono la tossicità per gli esseri viventi, le radiazioni ionizzanti e lo spreco di risorse terrestri e acqua. A seguire, nella classifica dei sacchetti migliori per l’ambiente ci sono quelli di carta e in biomateriale.
Il sacchetto va sempre riutilizzato
In tutto ciò, è doveroso fare una premessa fondamentale: il sacchetto dev’essere sempre riutilizzato, a prescindere dal materiale di cui è composto. Non a caso, lo scopo per cui l’ingegnere svedese Sten Gustaf Thulin ha inventato il sacchetto di plastica era proprio la salvaguardia dell’ambiente. Fino agli anni ’60, infatti, i supermercati utilizzavano le borse di carta, con il conseguente abbattimento di milioni di alberi e il forte rischio di deforestazione. Senza contare, poi, che la produzione di un sacchetto di carta richiede più energia e più acqua rispetto a uno di plastica. Lo spiega bene la professoressa di risorse sostenibili all’Università di Northampton, Margaret Bates, che parla anche delle borse di cotone.
“Se possibile, sono ancora meno invitanti. Le colture intensive di cotone, infatti, richiedono un’idratazione molto importante. Ecco perché siamo sinceramente preoccupati dal suo utilizzo, anche nel settore della moda”, afferma.
Ecco perché il sacchetto di plastica è più indicato di altri
Secondo studi dell’Environment Agency del Regno Unito bisogna, infatti, tenere in considerazione tutto il ciclo vitale di un materiale, a partire dalla produzione. L’impatto ambientale di un sacchetto dipende anche e soprattutto dalle risorse utilizzate per produrlo. Alberi abbattuti, acqua, sostanze chimiche, combustibile… Un sacchetto di carta richiede un’energia fino a 70 volte maggiore rispetto a quella necessaria per un sacchetto di plastica.
Sempre secondo l’Agenzia per l’ambiente del Regno Unito, un sacchetto di carta, per poter risultare ecologico quanto uno di plastica riciclata, deve essere utilizzato almeno tre volte, mentre uno di cotone ben centotrentun volte.
Passando ai sacchetti in bioplastica, invece, si scopre che non sono poi migliori di quelli in plastica. Già nel nostro blog abbiamo parlato delle bioplastiche, spiegando come abbiano bisogno di determinate condizioni e temperature per essere biodegradabili. Non si scompongono da sole se lasciate nell’ambiente su cui, invece, hanno un determinato impatto.
Lotta all’inciviltà: no al #plasticfree, sì all’#uncivilfree
Ecco perché noi di The IES Group continuiamo a insistere sull’importanza dei comportamenti corretti, sulla lotta all’inciviltà e sulla necessità di conferire sempre il prodotto nel posto giusto. Prima di tutto è fondamentale attuare una cultura civica e una cultura dell’ambiente che a volte manca. Non difendiamo a priori la plastica perché di plastiche espanse ci occupiamo. Chiunque può avvalersi di materiali diversi, l’importante è che la scelta sia consapevole, non frutto di mode del momento. Noi infatti non seguiamo le mode (semmai le dettiamo); preferiamo basarci su scelte ragionate : le conseguenze poi avranno ricadute su di noi, ma anche sulle generazioni future, non dimentichiamolo mai!
L’impegno di IES per l’ambiente
Sin dai primi anni The IES Group si è impegnato nell’utilizzare solamente energia proveniente per il 100% da fonti rinnovabili. Nel tempo ha poi concentrato l’attenzione sull’efficienza energetica in tutte le sue fasi.
Un traguardo raggiunto tra il 2019 e il 2020, con un investimento pari a 1,5mln di euro.
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