Plastica “demonizzata”: torto o ragione?
Già su questo blog abbiamo parlato dell’importanza della plastica e di come questo materiale venga sempre più spesso, e a torto, “demonizzato” per tutti quei risvolti legati alla spinosa questione dell’inquinamento ambientale. Sappiamo che il tema della sostenibilità sta assumendo sempre maggiore importanza per il futuro della nostra società e il contesto pandemico che stiamo vivendo ne è un’ulteriore dimostrazione. Ciò che è green, eco e legato alle tematiche ambientali assume anche un impatto mediatico rilevanti.
Non ne è esente il “plastic free”, una sorta di inno che sta assumendo sempre più le connotazioni di un movimento che aspira alla liberazione dalla plastica. Il problema è che molti si fermano solamente all’aspetto finale di questo materiale. Molti vedono solo gli effetti che la sconsideratezza provoca. La plastica nei mari e negli oceani ne è un esempio. Una volta giunto a fine vita, il manufatto in plastica (che sia un bicchiere, una bottiglia, una mascherina…) spesso viene abbandonato senza troppi indugi.
Il ciclo produttivo: la plastica non è tra i materiali più inquinanti
Eppure, se consideriamo l’intero ciclo produttivo dei materiali, quello plastico non è tra i più inquinanti. Produrre plastica, infatti, richiede meno energia rispetto a carta e vetro. Inoltre, essendo più leggeri, gli imballaggi in plastica comportano un minore spreco di energia rispetto a quelli in altri materiali: di conseguenza hanno un minore impatto ambientale.
Basandosi sull’analisi del ciclo di vita (in inglese life cycle analysis, LCA ) di un materiale, che considera tutte le fasi di “vita” di quel materiale, partendo dalla sua estrazione, passando per la fase di produzione e trasporto, arrivando fino al riciclo, la plastica si rivela decisamente più indicata e amica dell’ambiente rispetto, ad esempio, al vetro.
Vetro e plastica a confronto
Addirittura, secondo uno studio pubblicato su The International Journal of Life Cycle Assessment, riutilizzare fino a tre volte una bottiglia di vetro, abbassa la sua impronta di carbonio al livello di quella di una bottiglia di plastica usa e getta. Se la bottiglia di plastica viene riciclata, quella di vetro dovrà essere riutilizzata almeno venti volte perché la sua impronta di carbonio si abbassi ai livelli di quella della plastica.
Un recente studio pubblicato sulla rivista Detritus, condotto dagli esperti dell’Università di Southampton, di cui parla anche il quotidiano Repubblica, attesta che il vetro può provocare danni ambientali ben peggiori rispetto alla tanto vituperata plastica. Da un’analisi sull’impatto di diversi prodotti destinati all’imballaggio di bevande, emerge che “la produzione di bottiglie di vetro è talmente dispendiosa in termini di energia e risorse, da essere fino a quattro volte peggiore per l’ambiente rispetto all’uso di bottiglie di plastica”.
L’impatto ambientale nella produzione del vetro
“L’impatto totale delle bottiglie di vetro è peggiore se si tiene conto della loro impronta energetica e del danno derivante dall’estrazione di risorse”, ha dichiarato Alice Brock, dell’Università di Southampton. La scienziata ha spiegato che è necessaria un’enorme quantità di energia per riscaldare le materie prime e produrre il vetro.
“Durante il processo di realizzazione possono essere rilasciati gas inquinanti, come anidride solforosa e anidride carbonica, e il vetro necessita dell’estrazione di materiali come sabbia silicea, carbonato di sodio”, ha proseguito. “Tutto ciò provoca impatti ambientali associati all’estrazione mineraria, come il degrado del terreno, l’emissione di polvere e il rischio di deflusso minerario”.
Il problema della plastica? Fine vita e riciclo
Il problema della plastica non riguarda, quindi, il materiale in sé, quanto le persone che la utilizzano. Il problema riguarda il suo smaltimento al termine del ciclo vitale. Secondo alcuni dati, in Europa si ricicla solamente il 30% di plastica. Per questo l’UE sta lavorando ad una nuova strategia che propone di rendere tutti gli imballaggi di plastica riciclabili o riutilizzabili entro il 2030.
Noi agiamo d’anticipo
Noi stiamo agendo d’anticipo, e per questo tutti i nostri materiali sono interamente riciclabili. EPP, EPS, ECOBLACKONE, OCEAN, ETPU, ETPO, ETPS, sono materiali eco-friendly. Sono amici dell’ambiente e riciclabili. Possono essere composti principalmente d’aria se non addirittura di materiale recuperato direttamente dagli scarti degli oceani. Sono inerti, atossici, non interagiscono con l’ambiente e sono leggeri. Il trasporto dei prodotti in questi materiali, ad esempio, comporta un notevole risparmio di carburante e minori emissioni di gas di scarico. Ci guadagni tu e ci guadagna l’ambiente se ti affidi a noi.
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