LA PLASTICA OGGI, UN AZZARDO?
Parlare di plastica oggi è un azzardo. In un periodo come quello che stiamo attraversando, in cui s’inneggia al #plasticfree, una difesa di questo materiale non riscuote simpatie. Eppure la plastica, sin dalla sua introduzione, ha migliorato sensibilmente la vita delle persone.
In realtà non è questo il momento di scrivere la storia di un materiale sicuramente straordinario. Lo faremo nei prossimi post che vi invitiamo a non perdere; qualche nozione, però, possiamo anticiparla.
LA PLASTICA E IL “BOOM ECONOMICO”
Negli anni ’60 la plastica è stata protagonista indiscussa del cosiddetto “boom economico”. Ha infatti consentito a molte persone di accedere a settori e consumi loro preclusi fino a quel momento. Dall’arredamento al design, dalla moda all’arte, dall’automotive al settore alimentare, il nuovo materiale è diventato parte della vita quotidiana.
Emblematica è la frase dell’economista Jeremy Rifkin: “La plastica, una curiosità all’inizio del secolo, si è diffusa dappertutto, diventando essenziale per la nostra vita come l’aria che respiriamo”.
Eppure, oggi, la lotta alla plastica è più viva che mai . Come mai? Un materiale tanto utile e amico in passato si è trasformato in un nemico da combattere e sconfiggere. Perché? Ve lo spieghiamo noi in questo post!
PERCHE’ E’ IMPORTANTE RISPETTARE LA RACCOLTA DIFFERENZIATA
Prima di tutto partiamo dal presupposto che la plastica non è biodegradabile. Questo è sicuramente un problema. Inoltre, la bontà del materiale in termini di resistenza è tale da richiedere tempistiche lunghe per la sua eliminazione, se lasciato disperso nell’ambiente. In secondo luogo, c’è il rischio che finisca in acqua e metta così in pericolo la sopravvivenza della flora e della fauna acquatica. Il problema, però, non è la plastica, che non inquina da sola, quanto le persone che la utilizzano e a fine vita non la gettano dove indicato.
IL CICLO PRODUTTIVO: LA PLASTICA INQUINA MENO DI ALTRI MATERIALI
Se consideriamo l’intero ciclo produttivo dei materiali, quello plastico non è tra i più inquinanti. Produrre plastica, infatti, richiede meno energia rispetto a carta e vetro. Inoltre, essendo più leggeri, gli imballaggi in plastica comportano un minore spreco di energia rispetto a quelli in altri materiali: di conseguenza hanno un minore impatto ambientale.
Il problema, dunque, non è il materiale di per sé, quanto l’utilizzatore che non segue le giuste regole di smaltimento. La plastica è riciclabile e, se conferita nel modo corretto, può essere riutilizzata e dare vita a nuovi oggetti.
Non ci credi? Te lo spiegheremo nei prossimi post del blog! Se però non vuoi aspettare, puoi contattarci e scoprire cosa possiamo fare noi di The IES Group con i materiali espansi e come contribuiamo concretamente a conciliare plastica e ambiente.
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7 replies on “La plastica non fa per te? Solo se non la conosci”
[…] la “fine” del suo ciclo vitale. In realtà è un materiale dagli innegabili vantaggi, come abbiamo spiegato in un precedente post, che non viene riciclato abbastanza. Basti pensare che in Europa se ne ricicla solamente il 30%. […]
[…] la “fine” del suo ciclo vitale. In realtà è un materiale dagli innegabili vantaggi, come abbiamo spiegato in un precedente post, che non viene riciclato abbastanza. Basti pensare che in Europa se ne ricicla solamente il 30%. […]
[…] la “fine” del suo ciclo vitale. In realtà è un materiale dagli innegabili vantaggi, come abbiamo spiegato in un precedente post, ma che non viene riciclato abbastanza. In Europa, ad esempio, se ne ricicla solamente il 30%. Per […]
[…] demonizziamo la plastica. Come abbiamo già scritto in questo post, la sua utilità non può essere messa in discussione. È invece fondamentale combattere i […]
[…] le nostre scelte scellerate. E non serve inneggiare al plastic free e demonizzare un materiale come la plastica della cui utilità abbiamo già parlato, se prima non cambiamo i nostri comportamenti. Per questo si parla tanto di economia circolare e […]
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